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Santiago de Compostela-Guimarães
Losone - Guimarães 05/05/09 - 23/05/09
km 180 160 160 120 145 160 165 110 155 140 145 130 130 105 100 155 120 130 110 2620
dislivello 2645 790 970 2100 2400 1760 1370 1500 2610 1585 1140 575 1315 1680 1400 2190 1490 2870 1910 32’300
Introduzione e considerazioni Premetto che era la prima volta che mi lanciavo in una avventura così impegnativa, infatti non avevo mai pedalato per più di 11 giorni di fila. Questa volta ne prevedevo quasi il doppio! Inoltre la mia preparazione è stata messa in difficoltà da diversi acciacchi già subito ad inizio marzo: sinusite, borsite e bronchite. Così ho dovuto rimandare la partenza, al 05/05/2009 invece del 30/04/2009. Ero comunque soddisfatto di poter partire con 4200km nelle gambe e con quasi 200 ore di sella ! La mia "randonneuse Cattin" è stata formidabile! Nessun problema meccanico malgrado un peso di 12kg distribuito nelle 3 borse. Non ho dovuto nemmeno gonfiare le camere d'aria su tutto il tragitto. Ho viaggiato sul “Camino Francés” a partire da Puente la Reina (vicino a Pamplona) su strade asfaltate (a parte 10km percorsi su un sentiero) in quanto, a mio parere, è comunque corretto non intralciare il percorso dei pellegrini, ai quali va tutto il mio rispetto. Ho pure visto vari gruppi di ciclisti con al seguito un mezzo motorizzato, cosa che non è però conforme al mio stile di viaggiare! Ho pure notato che vari taxi facevano affari d’oro viaggiando su strade accostate al sentiero dei pellegrini… Ormai quando non ce la fai più..!! Un grazie particolare al sindaco di Losone, Corrado Bianda ed al segretario Silvano Bay, per la loro disponibilità nella timbratura iniziale della “Credential de peregrino”. M artedi 05 mai Losone-Leytron 180km 2645m 7:30-19:00 accesso diaporama 11 foto La salita del passo del Sempione è piuttosto laboriosa , infatti il vento contrario è intenso. I muri di neve in cima sono, per la stagione, impressionanti e la temperatura si avvicina ai 0°. Qualche giorno prima il passo era chiuso per pericolo di valanghe. Alle 15:00 sono a Briga. Dovrò lottare contro il vento per 70km su strade secondarie e in gran parte lungo il fiume Rodano. Finalmente raggiungo Leytron dove il ciclista locale Pierre mi trova una camera. M ercoledi 06 mai Leytron-Frangy 160km 790m 8:45-16:30 accesso diaporama 10 foto Dopo 2km, una fermata importante: Saillon, piccolo borgo medievale con i suoi bagni termali. Desideravo passare a Saillon in quanto mia madre, originaria di questo paese, riposa con mio padre nel cimitero locale. Henri Thurre, “enfant du Pays”, mi aspetta all’entrata del villaggio. Dopo avermi consegnato la maglia “Saillon” passiamo alla fase fotografie! Prima di ripartire, sempre con Henri, andiamo all’ufficio postale per timbrare la “Credential de peregrino” che mi permetterà di ottenere, una volta raggiunto Santiago, la “Compostela”, però mancano ancora 2000km!! Il percorso lungo il lago Lemano trascorre velocemente grazie alla compagnia di un giovane cicloturista svizzero che si prepara per un lungo viaggio sino in Etiopia! Grazie ad una piccola strada secondaria, evitando quindi il traffico, raggiungo il passo del “Mont Sion”. Poi, quasi tutto in discesa, arrivo a Frangy, nel dipartimento della “Haute-Savoie”. Giovedi 07 mai Frangy-Sarras 160km 965m 7:00 15:40 accesso diaporama 12 foto Percorrendo appena 20km riesco a toccare 3 dipartimenti: Haute-Savoie, Ain e Savoie. La prima parte del percorso si svolge sulla sponda sinistra del fiume Rodano. Ad Aoste mi prendo una meritata pausa. Scambio qualche parola con una cicloturista che è partita da Friburgo (Svizzera) e che si reca pure lei a Santiago con il MTB facendo tappe da 50-70km al giorno. Lascio il Rodano per entrare nel dipartimento dell’Isère poi della Drôme ed infine dell’Ardêche su un percorso piuttosto vallonato passando dal passo del Banquet. Ritrovo il Rodano a St Vallier. Noto che il suo volume d'acqua è notevolmente aumentato. Lo attraverso e mi fermo definitivamente a Sarras. V enerdi 08 mai Sarras-Le Puy-en-Velay 120km 2100m 7:00 17:00 accesso diaporama 34 foto Il cielo non è più sereno come i giorni precedenti, però la temperatura è ideale. Mi aspetta una giornata di 9 colli con tratti di pianura quasi inesistenti. Il paesaggio è magnifico, manca unicamente il sole. Entro nel dipartimento della “Haute Loire”. A Montfaucon-en-Velay devo fermarmi un’ora per lasciar passare un forte temporale. A Yssingeaux posso togliere il poncho, la pioggia è cessata. La città di Le Puy-en-Velay, è graziosa con, in cima ad una roccia, la cappella Saint-Michel d’Aiguilhe (X XII secolo) e la sua cattedrale pure posta in alto alla città. La statua Notre-Dame de France (1860, 22,70m e 835 tonnellate!) domina tutta la città. È stata creata con il metallo di 213 cannoni russi conquistati durante la guerra di Crimea e offerti alla città da Napoleone III. Passo la mia prima notte in un “albergue peregrinos”. L’ambiente è simpatico. Un Friulano prepara la pastasciutta, un Germanico lo strüdel, due Brasiliani lavano i piatti, una Svizzera (vallesana) esegue le registrazioni dei pellegrini e un Francese distribuisce un foglietto per cantare tutti assieme una canzone del pellegrino. Passo una notte tranquilla grazie ai tamponi per orecchie !! S abato 09 mai Le Puy-en-Velay-Espalion 145km 2400m 6:45 17:15 accesso diaporama 28 foto La tappa più dura in assoluto. Non tanto per il dislivello (più importante nel penultimo giorno), ma per il vento costante che soffia per tutta la giornata. Sarà l’unico giorno in cui avrò dubbi sul raggiungimento della destinazione giornaliera prevista. Per fortuna il paesaggio è stupendo. Strade con pochissimo traffico, animali che pascolano in tutta tranquillità, fattorie disperse nella natura, prati fioriti, nessuna città, ma solo sperduti villaggi da attraversare. Lascio il dipartimento della “Haute Loire” per entrare in “Lozère” dopo aver superato il passo “Pas de l’Âne” (1104m). A Nasbinals penso finalmente di poter raggiungere la meta prevista. Infatti mancano 35km a Espalion (340m) e mi trovo ancora a 1100m di altitudine, la discesa arriverà prima o poi! Entro nel dipartimento dell “Aveyron” e dopo il col d’Aubrac (1324m) è praticamente tutta discesa sino a Espalion. Ouf! La sera controllo la mia posta elettronica. Già vedo le foto scattate da Henri Thurre a Saillon ! D omenica 10 mai Espalion-Montauban 160km 1760m 8:15 17:30 accesso diaporama 29 foto A 9km da Espalion posso ammirare il “Trou de Bozouls”, il circo naturale, a forma di ferro di cavallo, con un diametro di 400m ed una profondità di 100m, il tutto scavato dal fiume Dourdou. Mi fermo a Rodez a visitare la cattedrale. Prima di Rignac una strada secondaria, non trafficata, mi porta a Villefranche-de-Rouergue, piccola e graziosa cittadina sul fiume Aveyron. Percorro una strada che non finisce mai di salire e scendere ed entro nel dipartimento del “Tarn et Garonne” attraversando Parisot, Caylus, Caussade. Decido di proseguire sino a Montauban. È domenica, il centro città è quasi deserto. L unedi 11 mai Montauban-Tarbes 165km 1370m 7:45 16:20 accesso diaporama 20 foto Attraverso il “canal du Midi” a Montech. Il canale collega il Mare Mediterraneo all’Oceano Atlantico ed è stato realizzato nel 1681. Dopo aver attraversato il fiume Garonne, entro nel dipartimento del “Gers”. A Mauvezin prendo una strada secondaria per raggiungere Auch. Questa città si trova sul cammino di Santiago (cammino di Arles). Entro nel dipartimento “Hautes-Pyrenées” ed a Rabastens-de-Bigorre mi aspetta un lungo rettilineo di 17km che conduce a Tarbes. È il settimo giorno di viaggio, ho percorso 1090km (155km al giorno). Domani iniziano le salite dei Pirenei. M artedi 12 mai Tarbes-Osse-en-Aspe 110km 1500m 7:45 15:30 accesso diaporama 26 foto Dopo 20km raggiungo Lourdes. Visito il santuario ed approfitto per timbrare il libretto. La visita fa riflettere: la sofferenza è ovunque e non si può non esserne toccati nell’intimo. Entro nel dipartimento “Pyrénées-Atlantiques” e all’entrata di Lestelle-Bétharram posso ammirare il santuario di Nostra Signora di Bétharram. Un tratto con vari saliscendi mi porta a Louvie-Juzon. Risalgo la valle d’Ossau sino a Bielle per “attaccare” il col de la Marie Blanque. La prima rampa è molto impegnativa. Sarà l’unico momento di tutto il viaggio nel quale avrò troppo caldo! A Escot percorro la strada del passo del Somport sino a Osse-en-Aspe dove mi fermo. Non me la sento di continuare ed iniziare il col de Houratate. Prima di tutto non mi sono alimentato a sufficienza e poi non so dove potrò alloggiare, la stazione di sci La Pierre St Martin è troppo lontana e probabilmente gli alberghi saranno chiusi, visto che la stagione invernale è terminata. M ercoledi 13 mai Osse-en-Aspe-Tiebas 155km 2610m 7:45 19:00 accesso diaporama 46 foto Cambiamento di tempo, la strada che conduce al passo Houratate (1109m) scompare nella nebbia. Le pendenze sono di tutto rispetto. Arrivo in cima al colle bagnato di nebbia. Per il momento ho incontrato unicamente due asini, niente esseri umani, né veicoli. Transito il passo de Bouesou (1009m) e il passo di Labays (1351m), quindi raggiungo la strada principale che conduce alla stazione sciistica Pierre St Martin. All’altezza di Pas de Guillers (1436m) esco finalmente dalla nebbia. Supero il passo Soudet (1540m) per dopo fermarmi alla stazione sciistica Pierre St Martin. È tutto chiuso, salvo un bar dove posso mangiare un panino. Alle 12:30 sono in cima al passo Pierre St Martin (1760m) e, sorpresa, la strada è completamente sbarrata da blocchi di cemento: è chiusa per lavori sul versante spagnolo. Adesso capisco perché il traffico è quasi inesistente e non ho incontrato auto spagnole. Cosa fare? Una Jeep sale dalla parte spagnola. Sono 2 guardie in ispezione, le quali mi confermano che non si può transitare. Convinti, su mia insistenza, mi dicono che siccome gli operai sono in pausa pranzo dalle 13:00 alle 14:00, potrei approfittare per passare. Mi aiutano a portare la bici dall’altra parte dei blocchi e uno mi fotografa davanti al cartello del passo. Adesso sono in Spagna nella provincia di Navarra. Dopo aver superato il Portillo de Eraice (1578m) arrivo nella zona dei lavori. Infatti gli operai sono assenti e la strada, sterrata su 200m, non mi crea problemi. A Burgui prendo a destra, direzione Puerto las Coronas (950m), poi faccio una fermata al Foz de Arbayún. La gola è impressionante, con una profondità di quasi 400m nella quale si possono sentire mille rumori provocati dagli uccelli, che qui si trovano a loro agio. È una delle maggiori concentrazioni di volatili rapaci del continente europeo. Ci sono: avvoltoi, poiane, aquile reali, gufi reali, falchi comuni ecc. Dopo aver valicato i passi Alto de Iso (670m) e Puerto Loiti (724m) finalmente arrivo a Tiebas, stanco morto. È stata una giornata molto lunga con 12 passi. La sera dormo al “Refugio municipal”. Siamo solo in due, io e un giovane di Barcellona che percorre il cammino con il MTB. Andiamo assieme a cena in un bar vicino, poi vado a dormire. Il giovane si ferma a vedere la finale “Copa del Rey” Barcellona-Altletico Bilbao che inizia alle 22:00, troppo tardi per me !! Giovedi 14 mai Tiebas-Santo Domingo de la Calzada 140km 1585m 7:15 17:30 accesso diaporama 40 foto Partenza bagnata! Viaggio con il poncho sino a Eunate dove si trova l’Eremita de Santa Maria di Eunate, costruita dai templari nel XII secolo, la chiesa ripropone la pianta ottagonale del tempio di Gerusalemme. Manca poco a Punte della Reina dove mi fermo per fare la colazione. Esco dalla cittadina attraversando il fiume Arga sul magnifico ponte de Dona Mayor. Adesso sono sul “Camino Francés” e sono impressionato dalla quantità di pellegrini. Davanti a me un pellegrino trascina un piccolo carrello mediante apposite bretelle. Mi fermo e, con il mio misero spagnolo, chiedo come stia. Mi risponde, in portoghese, che è in pensione (faceva il camionista) e adesso finalmente può realizzare il suo sogno, viaggiare! Quando sente che provengo dalla Svizzera mi mostra, sotto il carrello tutto in alluminio, una targhetta “made in Switzerland”. È partito da Grenoble a fine marzo e visto che vive in Francia da 30 anni la conversazione prosegue in francese! È tutto contento di sapere che ho l’intenzione di proseguire il viaggio sino in Portogallo e passerò quindi vicino al suo paese d’origine. Ha pure una figlia sposata in Vallese ! Attraverso Estella passando davanti la “Iglesia Santo-Sepulcro” e mi fermo a Los Arcos per bere un caffè assieme ad un pellegrino ciclista francese che è partito da Marsiglia. Altra fermata a Logrono, capitale della provincia del Rioja, dove posso ammirare la cattedrale e mangiare il solito panino. A Santo Domingo de la Calzada alloggio nella casa del peregrino. Che lusso, sembra un “parador” anche se dormiamo in camera da 40 persone. La capacità abitabile è di 150 pellegrini, io arrivo come 139esimo, mi è andata bene ! V enerdi 15 mai Santo Domingo de la Calzada-Fromista 145km 1135m 7:15 16:30 43 foto Fa molto freddo. Devo partire con guanti, maglia lunga e ghette. Entro nella regione “Castilla y León” e più precisamente nella provincia di Burgos, paese di “El Cid”. A Belorado vedo delle cicogne sul campanile di una chiesa. In fretta faccio una foto per non perdere l’attimo! Mi accorgerò in seguito che sarà più difficile fotografare una chiesa senza cicogne! Sulla salita del Puerto della Pedraja (1150m) vedo ogni tanto dei pellegrini sul loro sentiero tra le ginestre. Arrivo a Burgos passando da “Puerta de Santa María” che conduce alla cattedrale. E che cattedrale! Probabilmente la più bella e la più ricca opera d’arte incontrata finora! La temperatura è ora piacevole. Attraverso campi molto verdi soprattutto nella zona di Castrojeriz. Adesso mi trovo accanto ad una delle tante montagne coperte da enormi eliche che sfruttano il vento, infatti è da un che ci sto lottando contro, inoltre il fondo stradale “rugoso” non mi aiuta. Un cartello: Santiago di Compostela 497km! Entro nella provincia di Palencia. All’entrata di Fromista osservo il “Canal de Castilla” lungo 207km iniziato nel 1753 e terminato quasi un secolo dopo ! S ambato 16 mai Fromista-Léon 130km 575m 6:30 13:30 accesso diaporama 29 foto Oggi devo raggiungere Léon il più presto possibile per evitare il rinomato vento della Castilla. La sera precedente avevo chiesto all’albergatore se gli fosse stato possibile servirmi la colazione alle 6:00, cosa rara in Spagna! Ma non potrò partire prima delle 6:30 a causa dell’oscurità. Infatti le condizioni sono ben cambiate rispetto alla Svizzera. Malgrado sia presto ci sono già diversi pellegrini che camminano sul sentiero accanto alla strada asfaltata. Attraverso Carrion de los Condes e all’uscita del paese trovo il monastero di San Zoilo. Poi entro nella provincia di Léon e raggiungo Sahagun passando sotto l’ “Arco de San Benito” . Il vento è ancora accettabile, ma in costante aumento. Per fortuna finisce la N120 e imbocco la N601 che prende decisamente un’altra direzione, cioè verso Léon, e così il vento diventa improvvisamente mio alleato ! La città di León mi piace. Le grandi vetrate e rosoni colorati della cattedrale sono stupende. La luce all’interno è molto particolare. Anche se la cattedrale di Burgos è sicuramente più imponente e ricca. La basilica di San Isidoro, costruita nel 1023, merita anch’essa una visita. Dopo la telefonata giornaliera a casa dalla solita cabina telefonica, ritorno in albergo, un magnifico tre stelle e finalmente a riposarmi. Tra tre giorni sarò già a Santiago. Come passa in fretta il tempo ! D omenica 17 mai Léon-Villafranca del Bierzo 130km 1315m 7:30 16:30 accesso diaporama 50 foto L’uscita della città non mi crea problemi. Raggiungo Astorga. Questo paese di 12000 abitanti possiede un’opera conclusa nel1894 di Antoni Gaudí nel suo stile neo gotico particolare. Si tratta del Palacio Episcopal, trasformato in “Museo de los Caminos” che conserva manoscritti, documenti, dipinti e statue in riferimento ai pellegrinaggi di Santiago di Compostela. L’istinto mi spinge ad entrare nel paese di Castrillo de los Polvazares (con i suoi 80 abitanti) che si trova leggermente fuori dalla strada principale. Che bellezza, veramente è una sorpresa per me. Tutte le case, molto basse, sono di colore mattone come pure le stradine. La circolazione dei veicoli motorizzati è permessa unicamente agli abitanti. Attraverso El Ganso, Rabanal del Camino, Foncebadón dove mi fermo par mangiare. Sono sui “Montes de Léon” a Puerto de Foncebadón (1500m) dove si trova la “Cruz de hierro” su cui ogni pellegrino deposita, ai piedi della croce, un sasso raccolto nel suo paese. Nel mio caso lo chiamerei sassolino, originario però di Losone ! Arrivo a Ponteferrada dove pensavo dormire, ma la città non mi attira. Proseguo quindi sino a Villafranca del Bierzo dove trovo ancora un posto nel rifugio per pellegrini. Incontro un Francese che percorre il cammino per mestiere! Infatti ha creato un’associazione per aiutare gente con difficoltà esistenziale e fa loro da accompagnatore. In questo momento è con un giovane uscito recentemente di galera. Prima di servire la cena, il padrone del rifugio ci invita a tenerci per mano formando così una catena, poi si aggancia pure lui per recitare una piccola preghiera. Malgrado le mie convinzioni sulla religione, mi adeguo per rispetto al gruppo. L unedi 18 mai Villafranca del Bierzo-Portomarin 105km 1680m 7:30 15:40 accesso diaporama 27 foto Che freddo! Dopo 10km, sulla salita che porta a Puerto de Pedrafita (1109m), devo fermarmi in un bar per riscaldarmi e mettere le copri scarpe. Una giovane olandese sale con piccoli guanti da ciclista, ma si vede che soffre terribilmente il freddo. In cima a Puerto de Pedrafita entro in Galizia nella provincia di Lugo. Incredibile questi piccoli paesi come: Manjarín, Acebo e tanti altri sono risuscitati grazie al passaggio dei pellegrini. Il paesaggio che porta a Puerto El Poyo (1337m) è magnifico. Mi trovo nella “Cordillera Cantábrica”. Timbro la “Credencial de peregrino” nel monastero di Samos. La costruzione è imponente per un paese così piccolo (2050 abitanti)! Attraverso Sarria e prendo per la prima volta il sentiero del pellegrino per circa 10km, cercando sempre di rispettare al massimo i pellegrini. Passo davanti a un magnifico albero secolare. Ritrovo la strada asfaltata che mi porta a Portomarin. Quando nel 1962 fu costruita la diga di Belesar sul fiume Miño (che ritroverò qualche giorno dopo), tutto il paese si trasferì sul vicino monte Cristo. vennero ricostruiti alcuni degli edifici più importanti; come la chiesa di San Nicola, sul cui lato destro sono ancora visibili i numeri scritti sulle pietre durante lo "smontaggio" dell'edificio e che servivano a permetterne la corretta ricostruzione. M artedi 19 mai Portomarin-Santiago de Compostela 100km 1400m 7:30 13:30 accesso diaporama 29 foto La nebbia non è ancora dissipata, ma sarà cosa fatta entro un’ora. Sorpasso tanti pellegrini a piedi, per loro forse mancano 3-4 giorni di camminata per raggiungere Santiago. Attraverso Palas de Rei per entrare in seguito nella provincia di La Coruña. Proseguo in direzione di Melide e Arzúa in una successione di salite e discese. Timbro la “Credencial de peregrino” all’hotel Suiza di Arzua! Arrivo all’aeroporto di Santiago dove posso indovinare finalmente la città. L’avvicinamento è noioso, mi sembra non arrivarci mai. Deve essere più penoso per chi va a piedi. Finalmente entro nell’imponente piazza della cattedrale. Mi fa uno strano effetto, sono nell’anonimato totale, mischiato a numerosi turisti. Prendo diverse fotografie, poi entro nella Cattedrale per un breve ma intenso momento. In seguito faccio la colonna per ottenere la “Compostela” così mi resta il tempo per discutere con altri pellegrini. Sono Canadesi e hanno fatto la via del Norte. Trovo un albergo fuori dal centro storico. Ritorno nella Cattedrale per visitarla con tutta calma, per poi girare e rigirare in centro. Sono contento che il viaggio non finisca qui. Il contrasto sarebbe troppo grande, tutti questi giorni passati in contatto con la natura e con i pellegrini e poi dover affrontare un ritorno precipitoso ! Faccio cena in un “tapas” per poi telefonare a casa e distribuire qualche e-mail da un “Internet Point” affollato. M ercoledi 20 mai Santiago de Compostela-Capo Finisterre-Muros 155km 2190m 6:45 18:15 39 foto Ritrovo la nebbia, questa volta è più densa del giorno precedente, forse perchè siamo più vicini all’oceano. La nebbia sparisce a Negreira. A Cée (mancano 18km al Capo Finisterre) vedo posteggiato un camper con targhe svizzere TI. Mi fermo per chiedere da dove provengono: Rancate, è una coppia con il marito originario della Neuville (non troppo lontano da dove ho vissuto per circa 20 anni), e la moglie di Isérables, vicino a Saillon, paese d’origine di mia madre. È chiaro che la conversazione prosegue in francese! Ogni tanto posso osservare dei termini con una targhetta che indicano i km mancanti al Capo, con una precisione al centimetro ! Il capo Finisterre (fine della Terra) rappresenta il chilometro zero per i pellegrini ! Faccio le dovute fotografie: alla scarpa di bronzo, che sembra reale, ai vestiti bruciati di qualche pellegrino come lo vuole la tradizione, alla croce di sasso, ma soprattutto al magnifico paesaggio. Per godermi pienamente la vista percorro una strada asfaltata con una pendenza tremenda per poi ammirare dall’alto il paese di Fisterra distante 3-4 km. Proseguo in direzione Muros con una fermata ad Èzaro al “mirador” dove si può osservare la diga sul fiume Xallas e l’entrata di quest’ultimo nell’oceano. Giovedi 21 mai Muros-Puentecaldelas 120km 1490m 7:45 15:45 accesso diaporama 17 foto Sono sulle strade di “Ria de Muros y Noia”. La marea è bassa e si possono osservare grandi spiagge di sabbia. Attraverso il fiume Tambre prima di Noia. Salgo sulla Sierra de Barbanza per poi scendere in direzione di Taragona. Oggi è una giornataccia. Non riesco a trovare gli stimoli per godermi il paesaggio. Forse avendo raggiunto i miei due obiettivi principali (Santiago ed il capo Finisterre) mi sembra di pedalare per pedalare. Questa volta sono in “Ria de Arousa” e attraverso il fiume Ulla che fa da confine tra le provincie di La Coruña e Pontevedra. Mi ritrovo a 30km da Santiago ! Faccio una fermata a Carril per mangiare. La traversata di Vilagarcía è penosa, a causa del traffico intenso. Arrivo a Pontevedra dove faccio un’altra fermata e mi informo sulle possibilità di alloggiare a Puentecaldelas. Domani spero in una giornata migliore ! V enerdi 22 mai Puentecaldelas-Lobios 130km 2870m 7:00 17:30 accesso diaporama 52 foto Altra partenza con la nebbia, ma questa volta è più alta. Attraverso la Sierra del Suido con un traffico quasi inesistente. Prima di Maceira, per fortuna in leggera discesa, devo in fretta scappare da due cani piuttosto aggressivi. “Attacco” Puerto de Moncelos (800m) in mezzo a numerose ginestre. La nebbia è scomparsa, ma il cielo rimane molto coperto. Una lunga discesa mi porta al fiume Miño che fa da confine tra Spagna e Portogallo. La crisi del giorno precedente è scomparsa e pedalo di nuovo di buona lena. Entro in “Serra da Peneda” che si trova nel “Parque Nacional da Peneda-Gerês” e, come per miracolo, il cielo diventa blu. Malgrado lo stato della strada e la forte pendenza che porta a “Portela do Lagarto” (975m) riesco a godermi questo momento. Trovo enormi blocchi di roccia color grigio-nero, in equilibrio precario, che assomigliano a forme di animali o a umani. Faccio una fermata a Peneda per visitare il Santuario con la sua magnifica scalinata. A Rouças posso ammirare numerosi muri di sasso che limitano i terreni. All’uscita del paese mi aspetta un’impegnativa salita che non avevo preventivato, pensavo che mi rimanesse solo discesa sino al fiume Lima. Dopo aver attraversato la diga sul fiume Lima entro a Lindoso per ammirare gli “espigueiros”, schierati su una piattaforma rocciosa ai piedi del castello. Questi granai, circa sessanta, formano una straordinaria concentrazione, somigliante a un cimitero di piccoli edifici in granito, posati su palafitte e sormontati, nella maggior parte dei casi, da una o due croci. La loro costruzione, molto curata, risale ai sec. XVIII e XIX. Sono tuttora utilizzati per l’essiccamento e la conservazione del maïs. Decido di dormire in Spagna e proseguo sino a Lobios nella provincia di Ourense “toccando” così tutte le province della Galizia. È stata una magnifica giornata malgrado un dislivello non indifferente. Domani ultima giornata ! S abato 23 mai Lobios-Guimarães 110km 1910m 8:15 17:30 accesso diaporama 48 foto Partenza per “Portela do Homem” (750m) che fa da confine tra Spagna e Portogallo. La Serra do Gerês fa sempre parte del “Parque Nacional da Peneda-Gerês”. L’unico incontro che farò sulla salita è con un piccolo serpente. Per prudenza (ma soprattutto per paura) utilizzo lo zoom per fotografarlo! Entrato in Portogallo, proseguo in direzione della “Portela de Leonte” (855m) in mezzo ad una magnifica foresta. Come mi piace questo parco nazionale! In discesa arrivo a Gerês con i suoi bagni termali, poi, sempre in discesa mi ritrovo su un lago artificiale del fiume Cávado. Una lunga salita con una pendenza piacevole mi permette di osservare il lago. All’intersezione della N103 faccio un’andata-ritorno sino al paese di Vieira do Minho paese d’origine di un conoscente. Prima di Braga salgo al santuario del Bom Jesus. Una magnifica vista su Braga ricompensa lo sforzo. La scalinata del santuario è impressionante. I giardini davanti all’entrata sono molto ben curati. Mi fermo a Braga, (174'000 abitanti) per visitare il centro storico e timbrare per l’ultima volta nella Cattedrale la “Credencial de peregrino”. Ancora 25km ed arrivo a Guimarães (160'000 abitanti). Avevo deciso di finire il mio viaggio nella città d’origine di un conoscente locarnese. Da notare che a Guimarães è stato proclamato il primo Re del Portogallo: Alfonso Henriques, nel 1139. Retour Avevo pianificato il ritorno con un bus che collega la “Galicia” alla Svizzera per ben 3 volte alla settimana (il martedì, il giovedì ed il sabato) con le 4 fermate previste in Svizzera: Ginevra, Losanna, Basilea e Zurigo. La sorte ha deciso diversamente! Infatti, l’amico Federico che è sempre disponibile decide, con la consorte, di fare la trasferta in macchina sino in Portogallo. Fissato l’appuntamento a Guimarães, e arrivati sul posto, decidiamo di visitare anche altre città: Porto, Fatima e Lisbona. Il ritorno si fa in due tappe con pernottamento a Pau. Un grazie particolare a Fede e a Mara per avermi permesso un bel rientro in simpatica compagnia.
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